Essere genitori è anzitutto una questione di relazione tra due persone, un genitore ed un figlio. Pertanto, quando parliamo di genitorialità, parliamo di comunicazione, di ascolto. Cosa succede quando questo elemento, l’ascolto, viene meno o lo riteniamo insufficiente? Cosa accade quando il genitore o il figlio non si sente considerato? Il quarto scivolone dell’educazione è dato proprio da un comportamento che si tende a metter in atto quando non ci si sente ascoltati:
il ricatto emotivo.
Sommario
Come il ricatto rovina la relazione con tuo figlio
Se non riordini, regalo i giocattoli ad un altro bambino.
Ora faccio come te, smetto di parlarti
Vuoi vedere che se non la finisci ti mando da tuo nonno?
Il ricatto emotivo è un comportamento cui tutti siamo tentati di ricorrere in momenti di esasperazione e insicurezza. È un colpo basso, però.
Perché fa leva sui punti deboli di tuo figlio, sulla paura di perderti, allontanarti o subire una punizione.
Col cuore pieno di timore, quindi, tuo figlio è spinto ad assecondarti, ma senza capire o crescere. Il ricatto, difatti, spinge a cedere, piegarci e a non esser noi stessi nella relazione. Fai attenzione, però, perché il ricatto può anche avere una diversa direzione: a volte non sei tu come genitore a ricattare, a volte sei tu ad esser ricattato da tuo figlio!
Il quarto scivolone è bidirezionale:
a volte sono i genitori ad esser sotto ricatto!
Io non ti voglio più!
Quando fai così, sei cattiva!
Quante volte queste parole ti hanno colpito le orecchie e il cuore?
Per non parlare di tutti quei ricatti impliciti, cioè taciti ed espressi attraverso le azioni, direttamente.
Penso a tutte quelle occasioni in cui il disappunto del piccolo per alcune tue decisioni si trasforma in scenata; oppure quando in fase adolescenziale, tuo figlio manifesta le sue prese di posizione evitando di rispondere alle chiamate, etc. secondo la mia esperienza, infatti, sotto ricatto non ci sono sempre i figli, ma a volte anche i genitori! Qual è il danno principale di questo meccanismo? La perdita del ruolo di guida.
Ogni volta che non sei tu a scegliere di fare un compromesso con tuo figlio, ma sei costretto perché ti senti sotto scacco, viene meno la lucidità e con essa la possibilità di aiutarlo a crescere… e di mantenere la tua autorevolezza.