Vorremmo vivere in armonia e gioia perenne. Fatichiamo ogni giorno per conquistare l’equilibrio e per questo, siamo intolleranti verso diverse emozioni negative. Quando creiamo una famiglia, il rifiuto per certi stati d’animo aumenta. “Voglio che mio figlio sia felice”, ripetiamo. Rifuggiamo ogni sentimento che crei disordine in quel piccolo cuore… eppure, la frustrazione nei bambini ha un significato educativo potente e nobile, credimi. Oggi vorrei aiutarti a comprenderlo, per ridurre i crucci che vivi ogni giorno come genitore.
Sommario
Come si manifesta la frustrazione nei bambini
Nei bambini, la frustrazione assume la forma di crisi incontenibile. Urla, pianti o gesti analogamente intensi, che si scatenano per un “no” al gelato, all’acquisto del gioco, al permesso di fare un’azione pericolosa. È una dinamica antipatica, diciamocelo pure. Scene spiacevoli non solo per il bambino, ma anche per chi vi assiste, che solitamente vive due emozioni alternative: impotenza o indifferenza.
L’una è l’altra faccia dell’altra. La frustrazione nei bambini genera impotenza, perché siamo spaventati dall’impeto della crisi; l’indifferenza, a volte, sembra la via di fuga migliore per non rimanerne vittima. Così il bambino cresce oscillando tra due tendenze: quella del genitore che empatizza tanto, troppo, al punto da perdere il suo ruolo di guida e quello del genitore che ostenta indifferenza al suo cuore in tumulto. Gli estremismi, però, non aiutano mai, nemmeno in educazione!
La funzione della frustrazione nei bambini
I bambini nascono con un innato senso di onnipotenza. Non si tratta di vizi, bensì di una naturale inclinazione. La grande competenza cui l’adulto è chiamato, quindi, è quella di traghettare il bambino verso una concezione della realtà più complessa, in cui sia capace di accettare i limiti. La frustrazione nei bambini, quindi, insegna loro che è possibile non ottenere quanto voluto e sopravvivervi. Un sentimento che apre le porte ad altre, essenziali competenze umane che il piccolo potrà sviluppare in seguito: la caparbietà, l’autonomia, l’attitudine al problem solving. Serve però, che il bimbo “passi da lì”, da quel no ragionevole, accogliente ma fermo, che solo chi conosce la funzione della frustrazione nei bambini, è in grado di sostenere positivamente.