I capricci sono una dinamica di cui ogni genitore, prima o poi, fa la conoscenza lungo la sua esperienza di educatore e guida umana.
Capita che i capricci emergano in maniera più importante durante i terrible two o a seguito dell’arrivo del fratellino, ma un dato è certo:
quando tuo figlio inizierà ad assumere comportamenti di pretesa ed aggressività, si definirà la necessità di gestirli e tra i suggerimenti più diffusi che ascolterai, vi sarà il celebre
se fa i capricci, ignoralo! fai finta di non vederlo, vedrai come funziona!”
Tuttavia, ahimè…
Sommario
Mostrarsi indifferente ai capricci, è inutile!
Fingere di non vedere le sue bizze è un suggerimento assolutamente comprensibile, che ti viene dato sulla scorta del principio educativo per cui le attenzioni negative, per quanto spiacevoli, appagano il bisogno di considerazione del bambino e quindi vengono ricercate parimenti a quelle positive.
Questo consiglio, inoltre, viene spesso fornito ispirandosi (ragionevolmente!) allo stress che l’adulto stesso prova nella situazione “capricci” di un bambino, data l’impotenza emotiva che sperimenta di fronte a strilli incontenibili e richieste bizzarre (“io VOGLIO uscire con i sandaletti!” ..ed è il 7 febbraio!). Eppure, tutto ciò non è utile al tuo bambino (che frustrato, persegue nel suo urlo a mo’ di sirena, sperando tu ceda) e nemmeno a te, che stremato, ti chiedi se davvero non sarebbe stato meglio accontentarlo (“al diavolo la pedagogia…io devo sopravvivere!”).
E se ti dicessi che l’idea di fondo di ignorare i capricci è buona, ma è fraintesa nel noto comune?
Ignorare i capricci, non il bambino!
Ci saranno volte in cui i tentativi di calmare tuo figlio e farti spiegare il suo bisogno con calma e senza strilli, saranno completamente inutili.
Le crisi di pianto esasperate, infatti, richiedono una certa quantità di tempo affinché il piccolo riesca a rientrare in sé.
Per aiutarlo, vi sono diverse strategie educative, come l’abbraccio contenitivo.
Oggi voglio condividere con te un’altra modalità d’intervento, utile ad ignorare i capricci, ma non il bambino. Essa si compone di poche, semplici azioni:
- Rivolgiti a tuo figlio dicendo “Amore, sono qua. Come ti ho detto, la mamma (o il papà!) non capisce così, ma quando ti sei calmato, sappi che sono qui pronto ad ascoltarti!”;
- Mentre pronunci questa frase, allontanati e, apparentemente, riprendi l’attività di cui ti stavi occupando prima dell’accaduto, mantenendoti nella stessa stanza del tuo bambino, ma senza mantenere il contatto visivo;
- Ad intervalli di due, quattro minuti, riproponi il tuo intervento, interrompendoti: “Cucciolo, sei pronto? Quando vuoi, la mamma (o papà) ti ascolta!”
La comunicazione fondamentale che stai offrendo a tuo figlio, quindi, è che stai ignorando il capriccio e che sei accanto a lui sempre, anche in questa circostanza spiacevole. Non solo: questa azione educativa ti permetterà di raggiungere tre benefici.
- il bambino non si sentirà abbandonato;
- il bambino avvertirà che il suo comportamento non riceve un rinforzo;
- il bambino sentirà l’amore incondizionato
…e quale intervento educativo può essere più efficace di quello che al contempo contiene e accoglie? Prova e fammi sapere!
Se hai ancora dubbi, richiedi maggiori informazioni sulla consulenza educativa, il primo contatto è gratuito!