Hai mai notato che quando si parla di adolescenza vi è sempre un capro espiatorio, un responsabile che motiva il perché del comportamento impulsivo che caratterizza questa età?
Una volta era la TV; poi sono diventati i videogiochi, internet.. Spesso, la responsabilità è attribuita ai genitori, di frequente lavoratori, presenti quotidianamente solo poche ore…
Ma se provassimo ad andare oltre il noto comune per una volta, senza cercare la colpa di qualcuno e guardassimo l’adolescente per quello che è realmente, nella sua natura?
Sommario
Da dove nasce il comportamento impulsivo degli adolescenti
È chiaro che le nuove tecnologie giocano un ruolo importante e la nostra consapevolezza educativa, in quanto genitori e guide, è sostanziale, ma…
Il comportamento impulsivo degli adolescenti trova origine nel loro sistema cerebrale, ancora immaturo.
I ragazzi, infatti, non agiscono sulla base della valutazione del rischio che un comportamento produce, ma piuttosto si attivano sulla base del piacere immediato che quell’azione produrrà nonostante il rischio corso.
Questo spiega tutti quei comportamenti che appaiono all’occhio adulto irrazionali, immotivati, quasi privi di senso.
I ragazzi ricercano una sorta di ricompensa immediata data dal piacere, l’adrenalina, la soddisfazione che un’azione comporta; faticano più degli adulti a rimandare la gratificazione derivante da un’azione. Questo, ovviamente, inibisce l’oggettività con cui i teens valutano i rischi e spiega la diffusione di quelle che vengono definite le sfide sociali, tanto in voga in questi anni.
Come genitori, quindi, più che avere “la colpa“ del sistema di comportamenti che i ragazzi hanno, abbiamo la responsabilità e la possibilità di aiutarli a gestire e a maturare il loro sistema cerebrale.
Come aiutare tuo figlio adolescente a gestire il comportamento impulsivo
Devi allenare il cervello di tuo figlio. Come? Attraverso un confronto frequente, costante, su eventi e situazioni anche drammatiche, che attingano da esperienze in cui si può identificare.
Insegnargli a valutare i rischi, a ponderare le azioni diventando capace di posticipare la gratificazione, è possibile evitando di impartire lezioni “dall’alto” (non le ascolterebbe!) e creando la complicità di una “chiacchierata” su un evento, un fatto anche pericoloso, che attivi la sua curiosità.
Ricorda che il tuo scopo è di rendere tuo figlio disponibile ad accogliere i tuoi messaggi, per questo la comunicazione che userai, assolve la funzione centrale.
Un dialogo di qualità, ti permetterà di far sì che tuo figlio si riveda più facilmente in ciò di cui parlate, stimolando in maniera progressiva la sua capacità riflessiva e quindi… la maturazione del suo cervello!