Se sei il genitore di più bambini, sai certamente quanto sia difficile gestire le liti tra fratelli. Sopratutto quando la differenza di età tra bambini è relativamente minima, gestire i dissapori diventa difficile.
I bisogni dei bambini, ma anche il loro sviluppo psicologico e cognitivo procedono in modo parallelo, rendendo sempre più complessa la gestione da parte tua, che sei “tirato” dall’una o dall’altra parte.
Ti è mai successo? Educare richiede grandi energie mentali e fisiche, lo sappiamo. Quando queste vengono meno, ci orientiamo su un altro livello, quello che con un minimo sforzo può darci un massimo risultato. È questo che si intende solitamente quando si dice “se i tuoi figli litigano, lascia che risolvano tra loro”.
Sommario
Ma è davvero sempre così?
I bambini non risolvono da soli le liti. Ecco perché! I litigi tra fratelli sono un tema complesso, perché toccano un alto numero di variabili in merito alle quali non è possibile generalizzare. Il diffuso “lascia che risolvano tra loro”, non è necessariamente sconsigliabile, a patto che i bambini abbiano già acquisito le competenze per farlo e la presenza di un adulto sia sempre disponibile.
Chiederesti a tuo figlio di camminare prima di aver imparato a farlo?
Gli diresti di gestire in autonomia qualcosa, senza avergli insegnato “come si fa”?
Gestire le liti tra fratelli, non è tanto diverso. È una questione emotiva e cognitiva in cui spesso, noi per primi facciamo fatica. Perché dovrebbe riuscirci un bambino in modo spontaneo?
Oggi ti racconto la mia strategia per risolvere le liti tra fratelli. Si tratta di un modo anticonvenzionale, ma efficace.
Provare per credere!
Consiste in un ribaltamento di prospettiva: l’adulto, anziché rivolgere la sua prima attenzione a chi ha subito il torto, si rivolge anzitutto a chi l’ha compiuto.
Facciamo un esempio:
immaginiamo che i tuoi bambini stiano giocando in cameretta e di punto in bianco, senti gridare perché uno dei due ha strappato dalle mani dell’altro un pupazzo. Il tuo primo istinto sarà quello di prendere le difese di quest’ultimo e arrabbiarti con il fratello. È naturale, umano…ma poco utile ai fini educativi.
Quando un bambino compie un’azione di stizza o nervosismo verso un altro, la cosa migliore che puoi fare per rendere sempre meno frequenti questi episodi, è dire qualcosa come: “gli hai preso il peluche perché lo volevi tu? Certo, é molto bello… Ora lo sta usando tua sorella, però! Non preoccuparti che dopo, quando avrà finito, ci giocherai tu.
Ora però diamolo a lei. Ecco tesoro, questo lo stavi usando tu”. In altre parole, lo stratagemma che ti torna utile è quello che punta:
- Sul processo; quindi, in modo neutrale, su quello che chiarisce a tutti e tre il perché sta accadendo uno scontro. In questo caso, il timore di perdere il peluche
- Sulla rassicurazione dei bambini..entrambi sì. Comincia con il conforto di chi il torto lo ha compiuto, affinché tu possa agire subito sull’origine, la miccia a partire dalla quale è scoppiato tutto.
Leggi il bisogno emotivo del bambino e verbalizzaglielo, affinché non solo si senta compreso, ma abbia la possibilità di capire sé stesso e agire meglio in seguito. Non aver timore di esser ingiusto con il bambino che ha subito il torto: il tuo secondo intervento sarà per lui, a conferma del suo “diritto” tutelato di giocare con il peluche, andare per primo a far la doccia, etc.
Come ti accennavo all’inizio, la modalità che ti suggerisco per gestire le liti dei tuoi bambini, è inversa rispetto quella che la logica suggerirebbe. Sperimentala e fammi sapere come è andata!