I genitori di oggi soffrono di una forte solitudine: sono spesso incompresi dagli insegnanti, dai nonni, da altre voci giudicanti. Il dolore più grande, però, si prova quando questa distanza emotiva si sperimenta nei riguardi del figliolo stesso. “Mio figlio mi odia” è un pensiero che affiora alla mente delle mamme e dei papà che subiscono le reazioni emotive dei bambini e dei ragazzi, spesso furibondi, incapaci di esprimere in modo semplice i loro vissuti.
Questi sentimenti sempre più frequenti in età evolutiva, sono diventati addirittura oggetto di uno studio avviato nel 2018 dal Centro Pediatrico per la Psicopatologia da Web del Policlinico Gemelli di Roma. Come educatrice e puericultrice, ho incontrato centinaia di bambini e ragazzi che hanno sentito nel loro petto un sentimento estremo e incontenibile che definivano “odio” verso la mamma e il papà. Ho imparato piano piano a tradurre la loro emozione ai genitori e ho capito cosa tuo figlio intende davvero dirti quando ti dice che “ti odia”.
Sommario
I veri significati del “ti odio” di tuo figlio
Credo che nulla sia più complesso da accettare che la frase di disprezzo di un figlio; tuttavia, nulla é più importante che imparare a gestire queste esternazioni. Quando tuo figlio ti aggredisce, spesso ciò che vorrebbe dire, è:
Io non ti capisco
(perché mi stai facendo queste richieste, mamma? Credi davvero che io possa soddisfare ciò che ti aspetti da me, papà?)Tu non mi capisci
(non mi sto sentendo rispettato, amato, sostenuto da te);La mia vita non mi piace
(provo frustrazione, non ho ciò che vorrei).
Mio figlio mi odia: perché imparare a tradurre il significato
Se vai oltre l’apparenza, in profondità e impari a tradurre ciò che tuo figlio intende dire quando esplode di rabbia, ti dai l’opportunità di prevenire altri momenti distruttivi, correggendo ad hoc i tuoi interventi educativi.
- Hai un figlio che non ti capisce? Ridimensiona le tue richieste.
- Pensi non si senta capito? Sostienilo anche quando lo rimproveri.
- È frustrato? Accogli il sentimento, aiutalo ad accettare che non si può aver tutto quanto si desidera.
Il conflitto non è mai un problema della relazione: come lo vivi, invece, può renderlo tale.